Risorto per
te
Gv 20,1-11
Il primo
giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando
era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse
allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e
disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove
l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono
al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più
veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati
là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò
nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo
capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò
anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e
credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli
doveva risorgere dai morti.
Il mattino è alle porte, forse già il nero del
cielo si sbiadisce, ma c’è ancora buio nel cuore di Maddalena. il sole di
Cristo Risorto è alle porte, ma ancora in lei regna la tristezza del sepolcro.
Così nel cuore dei discepoli. Anche loro annaspano nel buio, stupiti dal fatto
che Maddalena racconta, eppure ancora incapaci di comprendere. Maddalena,
Pietro, Giovanni, i discepoli, tutti noi siamo abituati a pensare che il
sepolcro è un posto definitivo, la parola fine. La pietra sulla tomba è
un’immagine chiara di questo. Il sepolcro di Gesù, sembra la parola fine sulla
sua vita, ma anche sulle speranze dei suoi, sul sogno che egli aveva condiviso
con loro. Sembra finito il tempo nel quale si poteva godere della presenza del
Maestro, della sua amicizia profonda. Sembra finito il tempo in cui la sua
sapienza rischiara la vita, illumina il cuore, aiuta a riprendere coraggio e a
guardare con verità alla propria esperienza. Tutto sembra finito, anche se il
cuore non vorrebbe rassegnarsi. Anche nella nostra vita ci sono molti sepolcri.
In alcuni ci abbiamo sotterrato esperienze sbagliate, cammini conclusi, realtà
deludenti. In altri però ci abbiamo messo realtà importanti che non siamo in
grado di gestire, desideri di cambiamento che troppe volte, alla prova della
pratica, si sono rivelati troppo deboli. A volte ci capita di seppellire
qualche relazione, e immaginiamo che essa debba restare per sempre limitata,
deformata, distrutta. Ci capita di seppellire un pezzo di noi stessi, delle
nostre aspirazioni, del nostro desiderio di realizzazione, di pienezza, di
felicità. Viviamo allora rassegnati, portiamo dentro un sentimento di sottile
delusione che ci fa male; cerchiamo di allontanarlo con mille diversivi e
attività, ma quando restiamo soli con noi stessi, sempre questo buio riemerge.
Oggi è un giorno grande perché in tutto questo buio risplende il sole di
Cristo. Il sepolcro c’è, ma è vuoto. È difficile rendersene conto, così
Maddalena piange, Pietro e Giovanni corrono con in testa chissà quante domande
e in cuore chissà quali sentimenti. Ci vuole un po’ di tempo e un po’ di calma
perché Giovanni per primo realizzi cos’è accaduto. Il Signore lo aveva
promesso, è risorto! Crede Giovanni, pone cioè tutta la sua fiducia in quel
Gesù, anche se in quel momento non lo vede. Anche noi come Giovanni abbiamo
bisogno di ricordare la Parola di Dio, di prenderci un attimo di calma per stare
con lui. Allora entrerà anche in noi la forza che squarcia le tenebre, che
sventra i sepolcri, che fa sbocciare vita nuova dove c’era morte, speranza dove
c’era sconfitta, forza per il cammino dove c’era rassegnazione.
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