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martedì 19 aprile 2016

Ti chiama per nome!

Risorto per te

Gv 20,1-11

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.


Il mattino è alle porte, forse già il nero del cielo si sbiadisce, ma c’è ancora buio nel cuore di Maddalena. il sole di Cristo Risorto è alle porte, ma ancora in lei regna la tristezza del sepolcro. Così nel cuore dei discepoli. Anche loro annaspano nel buio, stupiti dal fatto che Maddalena racconta, eppure ancora incapaci di comprendere. Maddalena, Pietro, Giovanni, i discepoli, tutti noi siamo abituati a pensare che il sepolcro è un posto definitivo, la parola fine. La pietra sulla tomba è un’immagine chiara di questo. Il sepolcro di Gesù, sembra la parola fine sulla sua vita, ma anche sulle speranze dei suoi, sul sogno che egli aveva condiviso con loro. Sembra finito il tempo nel quale si poteva godere della presenza del Maestro, della sua amicizia profonda. Sembra finito il tempo in cui la sua sapienza rischiara la vita, illumina il cuore, aiuta a riprendere coraggio e a guardare con verità alla propria esperienza. Tutto sembra finito, anche se il cuore non vorrebbe rassegnarsi. Anche nella nostra vita ci sono molti sepolcri. In alcuni ci abbiamo sotterrato esperienze sbagliate, cammini conclusi, realtà deludenti. In altri però ci abbiamo messo realtà importanti che non siamo in grado di gestire, desideri di cambiamento che troppe volte, alla prova della pratica, si sono rivelati troppo deboli. A volte ci capita di seppellire qualche relazione, e immaginiamo che essa debba restare per sempre limitata, deformata, distrutta. Ci capita di seppellire un pezzo di noi stessi, delle nostre aspirazioni, del nostro desiderio di realizzazione, di pienezza, di felicità. Viviamo allora rassegnati, portiamo dentro un sentimento di sottile delusione che ci fa male; cerchiamo di allontanarlo con mille diversivi e attività, ma quando restiamo soli con noi stessi, sempre questo buio riemerge. Oggi è un giorno grande perché in tutto questo buio risplende il sole di Cristo. Il sepolcro c’è, ma è vuoto. È difficile rendersene conto, così Maddalena piange, Pietro e Giovanni corrono con in testa chissà quante domande e in cuore chissà quali sentimenti. Ci vuole un po’ di tempo e un po’ di calma perché Giovanni per primo realizzi cos’è accaduto. Il Signore lo aveva promesso, è risorto! Crede Giovanni, pone cioè tutta la sua fiducia in quel Gesù, anche se in quel momento non lo vede. Anche noi come Giovanni abbiamo bisogno di ricordare la Parola di Dio, di prenderci un attimo di calma per stare con lui. Allora entrerà anche in noi la forza che squarcia le tenebre, che sventra i sepolcri, che fa sbocciare vita nuova dove c’era morte, speranza dove c’era sconfitta, forza per il cammino dove c’era rassegnazione.

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