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martedì 22 aprile 2014

Una scossa di vita!!

Una scossa di vita!!

Mt 28, 1-20

1 Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L'angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: «È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete». Ecco, io ve l'ho detto». 
8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli.



…andarono a visitare la tomba! A volte sembriamo capaci solo di questo: costruire, riempire, visitare tombe. Quante volte rischiamo di seppellire un pezzettino della nostra vita sotto il sasso del senso di colpa, sotto la pietra pesante del fallimento, sotto la polvere sottile della rassegnazione; quante volte scriviamo “riposi in pace” sopra il tentativo di vincere le debolezze, di lottare contro le tentazioni, di riaccendere l’entusiasmo per ciò che è vero, giusto, bello; quante volte cantiamo il lamento funebre davanti alla fatica di risanare e rilanciare alcune relazioni, di correggerne   altre, di cambiare il nostro atteggiamento davanti ad altre ancora. Quante giustificazioni ci diamo per dire che non c’è rimedio per noi e per gli altri, quanti ragionamenti sprecati a dichiararci spacciati! Quanta indifferenza seminiamo per allontanarci dalle spoglie mortali di tutte le realtà che dichiariamo defunte, dentro il nostro cuore e fuori da noi; Quanti muri sepolcrali costruiamo per separarci da quelle realtà e quelle persone che riteniamo spacciate, giudichiamo irrecuperabili.

Abbiamo tutti bisogno di un gran terremoto che scuota il nostro cuore, che ci ricordi che noi siamo figli del Dio della vita! Noi siamo chiamati a scoperchiare i sepolcri con la forza della fede, siamo chiamati a mettere nelle mani di Dio i percorsi di morte perché li trasformi in strade di risurrezione. Noi siamo quelli che portano nel cuore la forza straordinaria della vita che vince la morte, della potenza che solleva ogni fallimento, della luce che dirada ogni tenebra! A volte però, come queste donne, finiamo per piangere il morto, per rassegnarci, per cadere nella trappola del peccato! Che sia Pasqua nei nostri cuori, nelle nostre vite, nei nostri pensieri! Non lasciamo che la morte ci faccia suoi collaboratori! Non ci inganni la sua strategia, ma risplenda sempre dentro di noi e sui nostri volti la luce della vita, il sorriso della speranza, la serenità della fede, la tenerezza della carità, la forza di saperci amati da Gesù Cristo, che ha vinto il peccato e la morte per noi!