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sabato 7 novembre 2020

Da uno sguardo ristretto, una presunzione sfacciata.

Vedere una storia o fotografare un istante

 

Mt 20,1-16

 

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «1 Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4e disse loro: «Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò». 5Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: «Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?». 7Gli risposero: «Perché nessuno ci ha presi a giornata». Ed egli disse loro: «Andate anche voi nella vigna».

8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: «Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi». 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12dicendo: «Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo». 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: «Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?». 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».


Non è degli uomini la giustizia, ma di Dio. Il padrone di questa vigna è ineccepibile. Egli da ai primi secondo i patti, agli ultimi secondo il suo giudizio, che è giudizio saggio, di chi conosce la realtà fino in fondo, di chi ha guardato bene negli occhi coloro che ha chiamato per ultimi, e vi ha visto dipinta dentro la frustrazione esasperata di chi è stato privato delle possibilità iniziali. Costoro non hanno avuto nemmeno l’occasione di esprimersi, di mostrare il loro valore, di guadagnarsi il pane per un giorno, perché nessuno li ha presi a giornata. Quella che questi tali patiscono, è un’ingiustizia sottile, che sta dentro la trama delle cose, dentro le pieghe del quotidiano. Un’ingiustizia che i nostri occhi faticano molto a scorgere, anzi, spesso non la vedono per niente. 

Al contrario, spesso l’uomo vede solo se stesso, giudica tutto a partire da se stesso, pretende che il suo punto di vista sia esaustivo. Ritiene tutto ovvio ed evidente. Non è forse evidente che chi ha lavorato meno debba guadagnare meno? E se domani questi stessi che hanno lavorato tutto il giorno si trovassero a non essere presi a giornata da nessuno, che cosa direbbero? Sarebbe giusto per loro rimanere senza lavoro, senza prospettive, senza sostentamento? 

Nel regno dei cieli la giustizia funziona bene. Il Signore non la amministra a partire da criteri arbitrari, e nemmeno in base ad uno sguardo corto, accecato, magari dalla giustizia. Il suo occhio non è cattivo, malato di invidia, ripiegato ossessivamente su se stesso. Egli conosce la vita dell’uomo, di ogni uomo. Conosce ciascuno di noi molto meglio di quanto non ci conosciamo noi stessi. Conosce le fatiche che neghiamo, gli ostacoli del cuore di cui non abbiamo coscienza, i pesi che portiamo senza riconoscerli o vederli. Conosce profondamente il nostro cuore, e non valuta solo gli esiti finali, ma tutto il percorso della nostra vita, a partire dalle condizioni di partenza, che egli conosce approfonditamente e non in modo superficiale. 

Nel regno, la giustizia è prima di tutto a favore del debole, di colui che non ha avuto le possibilità che erano giuste. Nel regno la giustizia è quella del Padre, e i discepoli del regno, si fidano del suo sguardo,  perché lo riconoscono più limpido e profondo del loro, e confidano nel suo giudizio, perché riconoscono che solo in lui c’è vera giustizia.


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