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martedì 21 novembre 2017

Mostraci il tuo volto - primo incontro


Il lebbroso purificato

 Mc 1,40-45

40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.



All’inizio della sua vita pubblica, subito dopo la chiamata dei discepoli, Gesù cerca di comunicare la sua identità attraverso dei segni miracolosi che la rivelino. Egli è il Cristo, il Figlio di Dio.

Legge e pregiudizio

La lebbra è una malattia che si porta dietro una grave disgrazia esistenziale. Per evitare il contagio il malato è costretto, per legge e per senso di realtà, ad isolarsi, abitando lontano dai villaggi e dagli altri uomini e, al limite, in compagnia di altri lebbrosi. La legge stessa lo prescrive, e gli impone anche di avvisare da lontano del suo arrivo:§ deve suonare un campanello e gridare in modo che gli altri possano stargli lontano. Sembra che i contagiati formassero a volte dei veri e propri gruppi di “disperati”

Secondo un pregiudizio drammatico, la lebbra viene interpretata come un castigo divino. Essa quindi rende il malato “impuro”, cioè inadatto anche alla relazione con Dio.

Purezza? Ma la purezza non aveva a che fare con la sessualità? Questo è un pregiudizio diffuso e restrittivo. Puro significa non alterato, non inquinato. (Per questo l’infedeltà di coppia si chiama adulterio, perché rende l’amore adulterato privandolo della fedeltà).

Uno trasgressore. L’altro, trasgressivo?

Il Avvicinandosi a Gesù il lebbroso sfida la legge di Israele; non avrebbe dovuto farlo. Evidentemente ormai la sua condizione di schiavitù è diventata insopportabile per lui.

Gesù invece la infrange proprio la legge. Non lo fa per spirito di trasgressione, Egli è più grande della legge, è Dio stesso nella persona del Figlio, venuto a portare una salvezza più grande degli schemi degli uomini. Gli uomini si salvano stando lontani dal lebbroso, Dio avvicinandosi al lebbroso salva lui!

Le parole degli uomini sono spesso vuote, parole appunto, ma senza cuore, senza sentimenti, senza fatti, senza felicità, senza capacità di cambiare le cose… La parola-volontà di Gesù è potente, diventa immediatamente fatto concreto, come quella di Dio! Il lebbroso è purificato.

Fenomeno o relazione?

Il lebbroso non deve dire niente! Fuori dalla relazione con Gesù, il miracolo rischia di diventare impossibile da comprendere. Sembra strano, fuori schema, roba da visionari, da gente poco normale. Ascoltando il racconto della guarigione la gente non ne cercherà il senso profondo, si fermerà allo stupore superficiale o all’interesse immediato.

…infatti l’entusiasmo del lebbroso guarito si trasforma in problema enorme per Gesù. Ora il Maestro patisce le stesse conseguenze che il lebbroso pativa a causa della malattia: è costretto a non entrare più nelle città.

Alcuni spunti per cercare il “senso spirituale”

Di che cosa potrebbe essere simbolo la lebbra nella mia vita? Quali realtà, quali sentimenti, quali ferite mi tengono lontano dagli altri o da qualcuno?
La “lebbra” può essere simbolo anche della mia appartenenza. Faccio parte di un gruppetto di relazioni, fuori di lì… nulla… è la lebbra della “protezione esclusiva”. Ho trovato un gruppo di persone con le quali non serve che mi metta in gioco, vivo sintonia. (…come le anitre che migrano, come i pinguini che marciano?...) Ci sto bene… che c’è di male? C’è che non investi te stesso… non tocchi le cose grandi della vita… c’è che quella modalità di relazione ti contagia, non te la togli più di dosso… e alla lunga… ti uccide…

Quali sono i fatti e le realtà della mia vita che mi fanno sentire “impuro”, cioè non adatto, non degno di una relazione libera e piena con Dio?

Posso provare a mettere queste “malattie” davanti a Dio. Egli non ha paura delle mie inadeguatezze, non teme di avvicinarsi a me. Quello che io credo mi tenga lontano da lui, non tiene lui lontano da me. Gesù infrange i limiti dell’uomo, abbatte ogni muro per raggiungerci, per entrare in contatto, in relazione con noi.

La parola superficiale degli altri disturba, sembra superstizione, chissà, forse a volte anche lo è. Ma non dobbiamo mai confondere quello che si dice di Gesù, della fede, del Vangelo… da quel che la fede è, dal volto vero di Gesù Cristo, dalla potenza vera del Vangelo. Queste cose possono essere conosciute solo in prima persona!

La Parola di Dio è parola potente, che guarisce, risana, ridona vita. Credo profondamente a questo? Posso chiedere a Dio stesso che mi aiuti a credere alla sua Parola.

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