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giovedì 20 luglio 2017

investimento e spreco

Un realismo che sa sognare

Mt 11,25-30

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
 

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Grande realismo nei discorsi di Gesù. Sa bene che il suo non è un messaggio di grande successo. Il seme della sua Parola ha al massimo una speranza su quattro di fare radici nel cuore degli uomini, ma questo non lo rattrista, non lo frena, nemmeno lo ridimensiona. Egli è venuto a mostrarci il volto di un Dio che non conosce risparmio quando è il momento di amare, di seminare, di sperare, di offrire possibilità di fecondità. Gesù è realista, sa bene che noi ascoltiamo, sì, ma poi sono molti i disturbi che ci ostacolano. A volte non facciamo lo sforzo di capire bene, altre volte ci lasciamo toccare, ma poi dimentichiamo, siamo incostanti; altre volte ancora ascoltiamo sì la Parola, poi però continuiamo a sperare che siano i nostri progetti, i nostri conti, (la preoccupazione del mondo) i nostri beni (la seduzione della ricchezza) a regalarci bene e salvezza. Il Maestro conosce bene questi meccanismi, eppure, nonostante questo, si siede (segno che sta per dire una parola autorevole, solenne) e ribadisce in maniera definitiva che l’amore di Dio non finisce, non si esaurisce la sua generosità! Dio semina, anche se il terreno non riceve! Il Padre desidera a tutti i costi di raggiungere i suoi figli, vuole che tutti sperimentino la gioia del suo amore che salva, libera da inganni e schiavitù, riempie il cuore. Il Padre ha preparato addirittura un piano di misericordia finale per quelli che resteranno sempre impermeabili al suo messaggio: constaterà la loro malattia, li guarirà. Il suo desiderio profondo però è di farci assaporare oggi la bellezza della sua parola, di seminarla in noi perché porti già da ora in noi un frutto di bene, di beatitudine! Beati voi che accogliete questo dono, la semina della parola. Molti lo avrebbero voluto, voi lo godete. Beati noi? Ma davvero ci sentiamo privilegiati per la possibilità di ascoltare il Vangelo? …forse dovremmo iniziare a pensare così, forse dovremmo scolpire nel cuore la convinzione che la Parola di Cristo che ascoltiamo è un dono che ci fa privilegiati… forse allora le faremmo spazio, ci verrebbe più facile prepararle un terreno buono, ce ne ricorderemmo con più facilità e limpidezza. Beati noi se ci capiterà questo. Beati noi se avremo il coraggio di guardarci dentro e di chiederci quando, come e perché lasciamo cadere a vuoto un dono così grande. Dio, continuerà comunque a sognare per noi la gioia del suo regno, continuerà a seminare Parola, desideroso di vederla portare nel nostro cuore  frutti di beatitudine, di pace, di salvezza.

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