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sabato 6 dicembre 2014

Aprire strade...

Una buona notizia
Mc 1,1-8

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Abbiamo bisogno di pensare che la nostra vita è importante, di sapere che essa ha un senso di avere la certezza che i nostri sforzi costruiscono qualcosa! Abbiamo bisogno di portare in cuore la sicurezza che il nostro servizio a ragazzi e adolescenti è buono e utile. Nessuno può fabbricarsi da solo questa buona notizia sulla propria vita, sul presente e sul futuro! Il Vangelo è la buona notizia che la nostra vita è amata, e che per mostrarcelo Dio ha mandato a noi Gesù Cristo, il suo Figlio Amato! Gesù Cristo è l’abbraccio di Dio per noi, nella sua presenza, la mano forte di Dio ci guida, il suo Amore immenso ci raggiunge!

Quali sono le “Buone notizie” di cui ho bisogno in questo momento?
Quali certezze desidero, di quali speranze ho bisogno?

Preparare la strada

Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 
 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico.

Al tempo del Battista la gente vive un forte senso di disorientamento, e oggi le cose non cambiano molto. Il nostro compito però è quello di diventare un po’ come il Battista, capaci di preparare strade, di indicare la stella che può guidare la vita. Come fare? Abbiamo bisogno di aprire per primi la strada a Gesù Cristo, di preparargli una via nel nostro cuore prima che in quello degli altri. Attraverso le sue parole e la sua testimonianza di vita, Giovanni indica due scelte necessarie a preparare la strada. La prima: la conversione. Rischiamo tutti di camminare sulla strada dell’autosufficienza, di pensare che dobbiamo farcela con le nostre forze. Convertirsi è riconoscere i propri limiti davanti a Dio e accettare di avere bisogno del suo aiuto. Quali sono i miei limiti, quelli rispetto ai quali chiedere aiuto a Dio?
La seconda scelta: cercare di distinguere ciò che è essenziale da ciò che non lo è. Giovanni lo fa in maniera molto evidente e radicale, vestendo e mangiando in un modo davvero estremo, ma per noi è sufficiente lo sforzo di porci la domanda: quali pensieri, quali preoccupazioni, quali cose sono davvero utili alla nostra vita?

Con la forza di Dio
Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».


Abbiamo bisogno di prenderci cura di noi stessi per essere testimoni. Abbiamo bisogno di aprire una strada nel nostro cuore per imparare ad aprirla anche nel cuore degli altri e nella comunità. Tutto questo però tenendo conto che la responsabilità non pesa tutta e solo sulle nostre spalle. Il nostro contributo è importante, fondamentale, ma la vita degli uomini, dei ragazzi che ci sono affidati, la nostra stessa vita è sulle spalle del “Più forte” di cui parla Giovanni! È lui che compie ogni opera buona con la forza dello Spirito. Invochiamo la forza di Dio per noi, per le nostre famiglie, per le nostre comunità.

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