Una
buona notizia
Mc 1,1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Abbiamo bisogno di pensare che la
nostra vita è importante, di sapere che essa ha un senso di avere la certezza
che i nostri sforzi costruiscono qualcosa! Abbiamo bisogno di portare in cuore
la sicurezza che il nostro servizio a ragazzi e adolescenti è buono e utile.
Nessuno può fabbricarsi da solo questa buona notizia sulla propria vita, sul
presente e sul futuro! Il Vangelo è la buona notizia che la nostra vita è
amata, e che per mostrarcelo Dio ha mandato a noi Gesù Cristo, il suo Figlio
Amato! Gesù Cristo è l’abbraccio di Dio per noi, nella sua presenza, la mano
forte di Dio ci guida, il suo Amore immenso ci raggiunge!
Quali
sono le “Buone notizie” di cui ho bisogno in questo momento?
Quali
certezze desidero, di quali speranze ho bisogno?
Preparare la
strada
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a
te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida
nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu
Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione
per il perdono dei peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una
cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico.
Al tempo del Battista la gente vive
un forte senso di disorientamento, e oggi le cose non cambiano molto. Il nostro
compito però è quello di diventare un po’ come il Battista, capaci di preparare
strade, di indicare la stella che può guidare la vita. Come fare? Abbiamo
bisogno di aprire per primi la strada a Gesù Cristo, di preparargli una via nel
nostro cuore prima che in quello degli altri. Attraverso le sue parole e la sua
testimonianza di vita, Giovanni indica due scelte necessarie a preparare la
strada. La prima: la conversione. Rischiamo tutti di camminare sulla strada
dell’autosufficienza, di pensare che dobbiamo farcela con le nostre forze.
Convertirsi è riconoscere i propri limiti davanti a Dio e accettare di avere
bisogno del suo aiuto. Quali sono i miei limiti, quelli rispetto ai quali
chiedere aiuto a Dio?
La seconda scelta: cercare di
distinguere ciò che è essenziale da ciò che non lo è. Giovanni lo fa in maniera
molto evidente e radicale, vestendo e mangiando in un modo davvero estremo, ma
per noi è sufficiente lo sforzo di porci la domanda: quali pensieri, quali
preoccupazioni, quali cose sono davvero utili alla nostra vita?
Con la forza
di Dio
Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più
forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi
sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito
Santo».
Abbiamo bisogno di prenderci cura di
noi stessi per essere testimoni. Abbiamo bisogno di aprire una strada nel
nostro cuore per imparare ad aprirla anche nel cuore degli altri e nella
comunità. Tutto questo però tenendo conto che la responsabilità non pesa tutta
e solo sulle nostre spalle. Il nostro contributo è importante, fondamentale, ma
la vita degli uomini, dei ragazzi che ci sono affidati, la nostra stessa vita è
sulle spalle del “Più forte” di cui parla Giovanni! È lui che compie ogni opera
buona con la forza dello Spirito. Invochiamo la forza di Dio per noi, per le
nostre famiglie, per le nostre comunità.
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