Vigilanza contro paura!
Marco 13,33-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate
attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo,
che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi
servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla
sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che,
giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo
dico a tutti: vegliate!».
Il comando di vegliare, l’annuncio di un
arrivo imprevedibile… e immediatamente finiamo per pensare alla paura! Abbiamo
in testa un’immagine così strana di Dio! Portiamo in cuore l’impressione che
l’arrivo del padrone sia un fatto terribile, che metterà tutti in difficoltà
perché di tutti metterà in luce il difetto, la mancanza. Gesù ha in mente
qualcosa di molto diverso quando suggerisce questo stile di vita caratterizzato
dalla vigilanza. Prima di tutto, Gesù descrive questo padrone come uno che ha
lasciato i suoi beni in custodia ai suoi servi. Ha lasciato loro la propria
casa e il potere di gestirla, dando a ciascuno il proprio compito. Vegliare allora
significa vivere in maniera accorta, accogliendo un Dio che non è mai lontano
da noi, ma sempre in avvicinamento, in arrivo. Vegliare significa accorgersi
giorno dopo giorno che ciascuno di noi ha un compito da portare avanti, una
vocazione alla quale rispondere per realizzare la vita e contribuire a rendere
bella e accogliente la “casa del Padre”, la fede della comunità, perché sia
rifugio per tutti i disorientati. Vegliare in fondo è il contrario della paura,
perché chi teme tiene la testa bassa, cerca di ritirarsi nel suo guscio, fa di
tutto per non attirare l’attenzione. Chi è prigioniero della paura tende ad
abbandonare le responsabilità, a sentirsi estraneo ad ogni bisogno e ad ogni
fratello. Chi ha paura non vive la vita, la nasconde! Vegliare significa invece
tutto il contrario! Chi veglia, lo fa perché è guidato dalla speranza che si
possa ripulire il volto del mondo dalle miserie dell’umanità, che si possa sperare
in un futuro buono, anche nella nostra società, spesso incline ad accontentarsi
di un presente meno frustrante possibile. Chi veglia costruisce, e diventa
segno per gli altri. Non sempre viene capito, ma quello che fa è nelle mani di
Dio: quel Padre buono che sempre si avvicina ai suoi figli, che sempre indica
la strada a chi ha il coraggio di alzare il capo sfidando la paura! Quali sono
le paure che ci attanagliano? Quali timori anestetizzano la nostra fede, il
nostro entusiasmo, il nostro impegno? La nostra medicina è la speranza di Dio,
il suo essere sempre di nuovo vicino a noi; il nostro programma di vita è
l’esortazione forte di Gesù: non lasciatevi anestetizzare dalla paura, poiché essa
è un inganno del male! Vegliate!!
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