Gv
10, 1-10
«In
verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla
porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra
dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore
ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le
conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a
esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece
non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli
estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che
cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi
dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me,
sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta:
se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà
pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono
venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.
Le pecore: fragili, attaccabili, indifese,
eppure così importanti per il popolo d’Israele, tanto da diventare un’immagine
del popolo stesso. Un popolo con il suo Dio come un gregge con il suo pastore.
Anche noi siamo così, fragili e preziosi,
indifesi e teneramente amati.
Siamo Fragili, perché siamo attaccabili. La
porta di ingresso principale della nostra persona è fatta di libertà,
conoscenza, decisione, ma quante volte ciò che ci ritroviamo dentro il cuore e
dentro la mente non viene da lì! Quanti condizionamenti, quante idee, quanti
pregiudizi si infilano dentro di noi senza che li vogliamo. Vivono nella
realtà, riempiono le nostre giornate, pian piano si fanno strada nelle
fenditure della nostra persona che sono i limiti, un po’ di pigrizia, un po’ di
superficialità… Tutte queste cose però, finiscono per rubarci inutilmente la
serenità, per uccidere senza motivo i nostri sogni e progetti, per scoraggiare
i nostri cammini, per distruggere la nostra fragile relazione con Dio, ci
convincono che tutto è uguale, tutto è passeggero, tutto si può giustificare.
Abbiamo bisogno di lasciarci difendere da
questi attacchi. Abbiamo bisogno del Pastore, che con la sapienza della sua
Parola ci faccia da porta, per chiudere fuori gli inganni, per aprirci il
cammino su strade sicure. Abbiamo bisogno che lui guidi i nostri passi ed
imprima la direzione. Lui Conosce il nostro nome, la nostra intimità. Sa chi
siamo e ci considera preziosi, uno ad uno. Abbiamo bisogno di familiarizzare
con la sua voce, quella straordinari voce che ancora oggi risuona nel nostro
cuore grazie al Vangelo, una voce di verità, di perdono, di amore, di vita
nuova.
La presenza del pastore è disinteressate, per
questo possiamo fidarci di lui; la voce di Cristo ci raggiunge per darci
gratuitamente sapienza e vita, per questo possiamo abbandonarci senza timore
alla sua guida!
Dovremo ritornare a crederci: il Vangelo è
una voce familiare, piena di Amore, che ci guida! Una voce da desiderare, da
ascoltare ogni giorno; un tesoro preziosi da accogliere e custodire.
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