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sabato 20 luglio 2024

Proprio dove non immaginavi...


 Proprio dove non immaginavi…

 

Mc 6,1-6

 

Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: "Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?". Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.

 

***

 

Se un giorno, All’improvviso, in una qualsiasi riunione di famiglia, un parente del quale non abbiamo molta stima, uno che magari ci dà anche un po’ fastidio, dicesse qualcosa che riguarda Dio, che peso daremmo alle sue parole? Saremmo capaci di giudicarle senza pregiudizi?

E se un giorno un anziano del paese, uno che conosciamo da sempre, che ripete un po’ sempre le solite cose, se ne uscisse con una perla di saggezza che riguarda la vita e la fede, magari con uno stile un po’ antiquato, non avremmo forse la tentazione di non prendere nemmeno in considerazione quelle parole, proprio perché vengono da quella persona? 

 

Nel Vangelo capita qualcosa di simile a questo. C’è un giovane di paese, per alcuni il vicino di casa, che è cresciuto per trent’anni nel silenzio della sua famiglia, facendo il falegname con suo padre. Ad un tratto questo giovane se ne va, tra le perplessità generali. Perché mai abbandonare un’attività avviata? E come interpretare le cose che si sentono dire di lui? Fa il predicatore itinerante, ma a che titolo? frequentato la bottega di suo padre, non un importante scuola rabbinica! Qualcuno dice che girando qua e là ha pure compiuto prodigi, ma chissà se sarà vero… E poi si mette contro agli scribi e ai farisei… ma chi pensa mai di essere? 

 

Probabilmente quando Gesù torna a Nazareth la sua fama lo precede, e con essa tutte le perplessità del caso. La gente del paese pensa che Dio si rivelerà in maniera straordinaria e sorprendente, ma le cose non stanno così. In Israele si crede che il Messia arriverà in maniera vistosa, che verrà dal cielo, in modo da farsi riconoscere da tutti, e invece non accade così. Si crede che Dio si manifesterà tramite qualcuno dalle origini misteriose, e invece Egli diventa uomo a Nazareth, un paesino periferico, con una fama discutibile. 

 

Questa è la tentazione che a volte insidia anche noi. Pensiamo che Dio si manifesti nelle parole penetranti di un predicatore carismatico, scoperto per caso navigando nel web. Pensiamo che incontreremo la potenza di Dio in qualche situazione straordinaria, in un pellegrinaggio, in un segno stupefacente, in una coincidenza impossibile. Pensiamo che Dio si presenti a noi in un modo che colpisce, anzi, in qualche modo ce lo aspettiamo, e in qualche occasione finiamo per pretenderlo. Certo, un pellegrinaggio può essere un’occasione, e una persona nuova può sorprenderci e aprire nel cuore strade nuove, ma non è questo il modo ordinario in cui Dio si manifesta.

 

Dio parla dalla bocca di quel figlio dei vicini che è andato via di casa per un po’, e che ora è tornato in paese con in testa quelli che sembrano solo degli strani grilli. Dio parla con la bocca delle persone che conosciamo, rispetto alle quali talvolta conserviamo pregiudizi. Dio parla in modo ordinario, a partire da chi ci sta accanto. A noi la saggezza di riconoscerlo. A noi la capacità di superare il pregiudizio, di buttare il cuore oltre l’ostacolo del nostro presunto buonsenso, per ascoltare lui proprio là dove desidera rivelarsi. A noi il compito di rinnovarci ogni giorno nell’umiltà, perché alla nostra sapienza si sostituisca nel cuore la sua. 

 

Gesù non insiste davanti alla chiusura dei suoi compaesani. Non forza la mano, non spinge per entrare, non li adula, non cerca parole persuasive per convincerli. Nemmeno però lancia minacce e promette castighi. Continua invece la sua opera con i pochi che gli aprono il cuore, e li guarisce. 

 

Pensiamoci. Che idea abbiamo noi di Dio? Dove e come pensiamo che egli si manifesti nella nostra vita? Quali sono le situazioni e le persone nelle quali cerchiamo il suo volto? Non ci capiti, a causa del nostro pregiudizio, di chiuderci all’incontro con il Signore, di perdere proprio quella Parola che egli rivolgeva a noi. Non ci capiti di cercarlo in alto, lontano, in qualcosa di straordinario, e di perdere la sua manifestazione più vera, quella che avviene nella quotidianità, nel volto e nei gesti delle persone che ci stanno intorno. Lo Spirito Santo invece ci illumini, perché i nostri occhi sappiano riconoscere la sua presenza accanto a noi, e si rallegri il nostro cuore nell’accoglierlo, mentre accompagna da vicino i nostri passi illuminando il cammino.