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mercoledì 13 marzo 2019

Simulazioni pericolose

Quel che appare e quel che è


Mt 6,1-6.16-18

State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto,perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.



C’è una malattia da debellare, un virus da sconfiggere, un male che rischia di contagiare tutti gli ambiti della nostra vita. Per tre volte, in tre contesti diversi Gesù ci mette in guardia dal contagio degli ipocriti e del loro modo di fare. Ma qual è di preciso l’arte degli ipocriti? Una sola parola: simulazione. 

Gli ipocriti sono simulatori, di più: sono simulatori di se stessi. chi vede un ipocrita vede una maschera, dietro la quale non è mai chiaro quale sia l’identità vera. Dietro la maschera, gli ipocriti si sentono protetti, ma non stanno certo tranquilli. Mantenere un’identità che non è loro è un grande sforzo che non permette riposo. Hanno continuamente bisogno di mettere a punto le loro strategie per nascondere ciò che li imbarazza, per apparire esattamente come desiderano. Ovviamente la parte più importante del loro lavoro è la verifica del funzionamento. Una maschera serve per apparire in un certo modo, e per sapere se funziona davvero bisogna capire come reagiscono gli altri. Così la ricompensa per il lavoro degli ipocriti consiste nel grado di convincimento che la loro maschera suscita in chi li guarda. Complicato? Abbastanza, ma spesso altrettanto spontaneo. 
Comprendiamo quanto l’ipocrisia serpeggi nella nostra quotidianità se ci confrontiamo con il suo contrario: l’autenticità. Non fare come gli ipocriti significa cercare di essere autentici, con se stessi, con gli altri, con Dio. Lo sappiamo bene: solo l’impegno di essere autentici con noi stessi è complicato e faticoso, a volte perfino doloroso. Quante volte all’autenticità preferiamo un po’ di superficialità? Quante volte pensiamo che per la profondità non c’è tempo, e che ce la concederemo come un lusso quando avremo finito con tutti gli altri impegni?

La quaresima allora è tempo di autenticità, da ritrovare e praticare in tre direzioni. L’elemosina ci indica la relazione con gli altri, e ci invita a viverla con un atteggiamento di autentica condivisione. La carità non è un gesto esteriore che lava la coscienza, ma un’esigenza del cuore che riconosce nell’altro un fratello. Il digiuno ci indica la relazione con noi stessi, e ci aiuta a diventare forti nel far fronte ai nostri bisogni perché non diventino nostri padroni. La preghiera è una dimensione fondamentale della nostra vita, da vivere nell’intimità, non cercando sempre il premio per i nostri meriti o le soluzioni per i problemi della vita che ci sembrano grandi e ingiusti. Pregare significa essere se stessi davanti a Dio, scoprirsi amati anche nelle cose che noi stessi non amiamo di noi, lasciare che la luce di Dio entri nel cuore e metta in evidenza quelle schiavitù alle quali siamo tanto affezionati, ma dalle quali forse è giunto il tempo di liberarsi.

C’è ben altro, ben di più da dire su questi tre esercizi quaresimali, ma se questo tempo ci aiuterà a vivere queste tre dimensioni della vita liberandoci da un po’ di ipocrisia, stiamone certi: vedremo in ogni caso abbondanti frutti di bene, di pace, di libertà.

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