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lunedì 5 febbraio 2018

Mostraci il tuo volto - Quarto incontro

Nuovi familiari

 Mc 3,13-21.31-35


13Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. 14Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare 15con il potere di scacciare i demòni. 16Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, 17poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; 18e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo 19e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì. 20Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. 21Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 32Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».


§ Prima di questi fatti…
o   Vino nuovo in otri nuovi; una novità radicale.
o   Il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato, Il Figlio dell’uomo è Signore anche del sabato; il primato delle relazioni.
o   L’Israele ufficiale rifiuta Gesù e si propone di eliminarlo (3,6)
§ Tra i due brani: la bestemmia contro lo Spirito Santo.
§ Salì sul monte – Il monte è il luogo dell’incontro con Dio, della presenza di Dio in relazione all’umanità. questo gesto di Gesù ricorda Mosè (ad es. in Es 19,3). Gesù è Dio, sceso in terra a convocare il suo popolo, quello fedele, dopo che parte del popolo era diventata infedele a Dio e non aveva saputo riconoscerlo, anzi, lo aveva rifiutato (3,6). Nel vangelo secondo Marco Gesù non compirà più questo gesto,
§ Chiamò a se: non è un semplice “riunire”, è una chiamata solenne che suppone un’autorità, una convocazione divina. Quelli che Gesù chiama a se, costituiscono il nuovo popolo di Dio.
§ Quelli che voleva; Quelli che si è compiaciuto di chiamare, o dei quali si è compiaciuto… una volontà amorevole quindi, ma sempre un criterio impossibile da comprendere per gli uomini. La chiamata di Dio, quella ad essere credenti, e quella specifica che modella la nostra forma di vita, sfugge ai nostri criteri di valutazione.
§ Andarono da lui; alla chiamata fa seguito una risposta, che è di tipo pratico. Silenziosamente, senza interrogare se stessi, Gesù, e realtà, questi chiamati vanno da lui.
§ Perché chiamati?
§  Per stare con lui > un atteggiamento permanente di relazione da imparare. Stare con il Dio che sta con noi.
§  Per predicare > Coinvolgere: la relazione con Gesù non è esclusiva. Si propone a tutti nel rispetto della libertà. Prima Israele si sentiva centro di attrazione, ora sarà “base si propulsione”.
§  Per scacciare i demoni > il simbolo per eccellenza della liberazione dell’uomo da ogni male.
§  
§ I dodici
Ä Simone: nome nuovo, vita nuova.
Ä Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, figli del tuono. Torna il legame con il padre, un uomo he ha lasciato un segno forte nei figli: Il tuono è un segno di potenza incontrollata. Nell’AT rappresenta anche…
Ä Una lista di nomi senza specificazioni… perché non conta se saranno ricordati, se sembreranno importanti agli occhi del mondo non importa: l’importante è la risposta alla chiamata.
Ä Simone il cananeo: l’espressione significa “il fanatico”. Un uomo particolarmente integralista, forse anche sanguino (probabilmente uno zelota)
Ä Giuda Iscariota, un nome che si commenta da solo. Davanti a Dio nessuno ha un futuro di perdizione già scritto, tutti invece sono chiamati ad accogliere la possibilità di entrare a far parte del regno.

§ È fuori di sé… i suoi familiari sanno che quello di Gesù è un gioco pericoloso, che lo mette contro il potere ufficiale.
§ infatti il potere ufficiale cerca di calunniarlo in modo molto pesante (è posseduto… vedi la pericope che abbiamo saltato: Mc 3,22-30)
§ La folla, che diventa un ostacolo perfino per i bisogni primari, (NB, “mangiare pane” può significare anche lo studio della legge) è riunita intorno a Gesù, è ora l’immagine del popolo nuovo. Forse un raduno di scontenti, che vedono in Gesù la possibilità di un rinnovamento.

§ A questo punto vanno da Gesù i suoi familiari. Il verbo “giunse”, espresso al singolare ci fa pensare che l’attenzione sia tutta sulla madre. L’anonimato di queste persone fa pensare che Marco voglia rappresentare delle relazioni. La madre, l’origine umana di Gesù, i fratelli, coloro che condividono questa origine, forse in riferimento agli abitanti di Nazareth.
§ La scena che si costituisce è molto originale. Tra “i familiari” e Gesù c’è una folla di possibili aderenti al messaggio di questo maestro, che sono anche i possibili membri del nuovo Israele.
§ Gesù prende posizione: egli non si sente legato a nessuno dal punto di vista umano, ne alle sue origini, ne alle consuetudini, ne alla legge di Israele. Egli ha rotto definitivamente con ogni legame, no per disprezzarlo però, ma per rinnovarlo. Il regno nuovo è soprattutto il luogo delle relazioni nuove, costituite su un solo fondamento: quello dell’amore che si costituisce tra chi sceglie e chi si lascia scegliere. In questo modo non ci sono più strade privilegiate, ne consuetudini di vita particolari a caratterizzare l’appartenenza al regno, ma solo il criterio delle relazioni nuove, abitate da Dio, quindi salvate.

§ Alcuni spunti per cercare il “senso spirituale”

Alla presenza di Gesù l’umanità si divide in due: hi accoglie e chi rifiuta, chi cerca di comprendere e chi giudica.

Gesù non si lascia condizionare dalle “radici umane”, ne dalle proprie ne da quelle di chi gli sta davanti. La sua proposta è per tutti quelli che decidono di aderirvi. Non esistono altri criteri di adeguatezza.

La fede diventa medicina per i nostri condizionamenti umani, perché ci fa abbandonare un modo “vecchio” di entarare in relazione con gli altri, basato su leggi e giochi di potere, su giudizi, precomprensioni, meccanismi frustranti. Il credente, dentro la relazione con Gesù, accoglie una grazia che fa entrare la salvezza anche nelle altre relazioni.

Il piano del fare e quello dell’essere: Fare la volontà di Dio significa contribuire a compiere il suo “sogno” per l’umanità che è il regno… questo “fare” dunque significa lasciarsi abitare, lasciarsi salvare, lasciarsi plasmare, condividere il sogno… quello della liberazione da ogni forma di male… 

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