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martedì 19 aprile 2016

Guardarsi dentro

Dare morte o dare vita

Gv 8,1-11


In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. 
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. 
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». 


Stravolge i pensieri questo episodio del vangelo, ci obbliga a rivoluzionare il nostro punto di vista. La gente che va da Gesù è in cattiva fede, ma la donna che gli portano da giudicare è oggettivamente in errore. Che fare? Non condannarla significherebbe giustificare l’adulterio, consentire la lapidazione darebbe l’impressione a tutti che Gesù sia allineato con gli scribi e i farisei. Il Maestro però sorprende tutti con una posizione inattesa. Per lui nessun uomo è autorizzato a giudicare i fratelli in nome di Dio, e nessuno può permettersi di condannare in suo nome. Non si libera il mondo dal male e la società dalla piaga del peccato eliminandolo fuori di noi, ma estirpandolo dal nostro cuore. Questa gente si trova in difetto davanti a Gesù perché porta in cuore un peccato grave: hanno usato una donna come pretesto per accusare Gesù. Non interessa nulla a questa gente della verità, del bene, della necessità di combattere il peccato. L’unico desiderio che hanno in cuore è di fare il male a Gesù, e poco conta che il loro pretesto (la donna) sia fondato (…è realmente peccatrice). Gesù vuole fare il bene di tutti, a cominciare dagli accusatori: per il loro bene devono smettere di attaccarsi a pretesti, devono guardarsi dentro e riconoscere le loro intenzioni cattive. Devono estirpare il peccato dal loro cuore, e non nascondersi dietro alla legge di Mosè. Scribi e farisei si trovano in difetto; in silenzio ritornano a casa: hanno di che pensare e meditare. Ora è il turno della donna, davanti alla quale Gesù compie un’altra rivoluzione. Chiunque avrebbe concesso il perdono solo dopo una sincera intenzione di cambiamento, dopo aver visto dei frutti di conversione concreta. Per Gesù però, il perdono non è un premio per i meritevoli, per coloro che hanno fatto grandi sforzi. La sua misericordia viene prima della nostra volontà. Il Maestro perdona la donna, la guarisce, la rinnova, poi la rimanda a casa a vivere la vita concreta con l’impegno di cambiare vita, di non lasciarsi più ingannare dal peccato.  Il nostro compito non è di giudicare gli altri, ma di liberare il nostro cuore dal peccato, con l’aiuto di Dio. Nel nostro cuore, non fuori di noi, dobbiamo imparare a praticare la sua legge, ad accogliere la sua luce. Dalla nostra interiorità dobbiamo strappare il male. Questo vangelo ci pone una domanda fondamentale: quali desideri spingono le nostre azioni? Cerchiamo la verità e il bene o siamo sempre annebbiati dal desiderio di giudizio, dal rancore, dall’indifferenza, da una sottile sete di rivalsa o di vendetta? Questo brano è per noi anche splendida notizia: Dio non ci perdona per i nostri meriti, ma perché ci ama e cerca il nostro bene vero, cosa che a volte noi non riusciamo a fare. La sua Misericordia è per noi dono grande che non premia la conversione ma la suscita. Infatti, come si può sentirsi tanto amati, senza il desiderio di corrispondere a questo Amore? Lasciamo che l’insegnamento del Maestro rivoluzioni i nostri pensieri e ci renda uomini e donne capaci di ricevere e donare Misericordia.

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