Cerca nel blog

sabato 21 novembre 2015

Investire nel presente

Fuggire o costruire?

Mc 13,24-32

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Un mistero, una tentazione, una certezza.

Il mistero riguarda il futuro, quello personale e quello del mondo. Un futuro che non si può prevedere. La nostra vita è soggetto all’imprevisto, e sfugge spesso ai nostri progetti e ai nostri schemi. Ancor più il futuro del mondo è avvolto nel mistero. Nessuno può conoscerne il percorso, ne si può pensare di intuirne il termine. Nessuno dice Gesù, NESSUNO può conoscere il giorno e l’ora.

La tentazione consiste nel tentare di forzare questo confine. Quante volte, anche ai nostri giorni, qualcuno legge gli eventi del mondo come segni della fine imminente, dimenticando che Gesù stesso ha indicato dei segni, ma ha anche detto chiaramente che la determinazione di periodi e di giorni sfugge definitivamente alla ragione dell’uomo. Il Maestro ha annunciato la possibilità che la storia degli uomini sia caratterizzata da momenti nei quali si perderanno i punti di riferimento (sole, luna, stelle). Allora regnerà il disorientamento e serpeggerà la paura.
Questa stessa tentazione a volte si impadronisce della nostra vita: pensiamo a conseguenze lontane dei fatti che ci capitano, proiettiamo le difficoltà del presente in un futuro torbido e triste, oppure ci perdiamo in sogni. Finiamo così per investire le nostre energie nell’immaginare un futuro plausibile, ma l’utilità di questi pensieri, di questo investimento di energie, è spesso nulla. Peggio, questi pensieri rischiano di esserci di intralcio invece che di aiuto!

La certezza: quando succederanno sconvolgimenti, quando crollano i punti di riferimento, i discepoli sapranno che è vicino, alle porte quel Signore che li ha accompagnati per tutta la vita. Proprio il Maestro, del quale hanno accolto la presenza e la sapienza, manderà i suoi angeli perché li radunino, per custodirli. Di che cosa dovrebbero avere paura? Di incontrare quel Signore che li ha guidati, perdonati, indirizzati e guariti, che li ha sostenuti ed accompagnati? Proprio questa certezza serve invece ai discepoli a superare gli sconvolgimenti, ma anche la tentazione della fuga. Essi sanno che sarà il Signore, nella suo amore immenso, a garantire il loro futuro di bene. Per questo non si angosciano per un futuro immaginabile, ma lo costruiscono nel presente. Non disperdono energie a causa della paura, ma le investono nel presente, cercando di accogliere qui e adesso quel Signore che incontreranno faccia a faccia un giorno, cercando di costruire qui, adesso e con Lui quel futuro che, proprio perché nelle Sue mani, non farà più paura. Ma noi abbiamo il coraggio di metterci in gioco QUI E ADESSO?

Nessun commento:

Posta un commento