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giovedì 8 gennaio 2015

La strada buona... è quella nuova!

Per un’altra strada

Mt 2,1-12


Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.


Per un’altra strada! I Magi cambiano rotta! L’incontro con Dio cambia la vita, la porta su un’altra strada! Se avessero percorso la strada di prima, i magi avrebbero dovuto per forza accettare due compromessi: quello con il turbamento di Gerusalemme e quello con la violenza di Erode. Ci sembra strano ma è così. Quando la fede non sa rinnovarsi, quando non lasciamo che il Vangelo ci porti su altre strade, su strade migliori di quelle di ieri, noi diventiamo credenti turbati, affezionati ad un passato morto, e in fondo anche un po’ violenti. Il turbamento di Gerusalemme viene, in fondo, dalla rigidità con cui questa gente vive la fede. Il loro è un credere prevedibile, calcolabile, che sta perfettamente dentro gli schemi umani, che non turba i meccanismi sottili del potere e dell’interesse personale. Una fede che non sa entusiasmare, ma che almeno non rompe le scatole. Una fede che non sa più dare senso alla quotidianità, che non sa spingere l’entusiasmo, ma che almeno se ne sta tranquilla in un angolo del cuore, come una vecchia abitudine, tanto domestica quanto sterile. Una fede che non sa affascinare le giovani generazioni perché non partorisce belle persone, ma al massimo crea qualche abitudine. Dio entra nel mondo, e questa fede abitudinaria e stanca rischia di essere il primo ostacolo sulla sua strada. Purtroppo però c’è di peggio: Questa fede infatti, rischia sempre di difendersi, e chi difende se stesso spesso ricorre alla violenza, sottile o esplicita che sia. Erode uccide i suoi possibili, futuri avversari. Il credente “modello Gerusalemme” uccide l’entusiasmo e l’iniziativa, fa della fede un motivo di giudizio e di esclusione, trasforma la vita di comunità in un pretesto per far valere, come Erode, il proprio potere, la propria idea, la propria fazione. Questa vecchia idea di fede costringe tutto dentro schemi personali e non produce credenti, ma al più rigidi brontoloni, che si turbano proprio davanti a ciò che dovrebbe stupirli e rallegrarli! I Magi diventino il nostro modello: loro che non hanno preteso di conoscere Dio, di sapere già come ci si comporta da credenti, ma si sono messi a cercare! Anche in noi nasca il desiderio di cercare, perché la ricerca ci porti all’incontro, e l’incontro ci indichi ogni giorno strade nuove, per vivere e annunciare il Vangelo, per lasciare che l’Emmanuele, il Dio-con-noi, diventi Dio-in-noi! La novità del Vangelo infranga ogni vecchia abitudine e ci guidi ogni giorno di nuovo per un’altra strada, una strada migliore, la strada sempre nuova del Vangelo!

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