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domenica 8 novembre 2020

Il regno è una festa!

 Partecipare con tutto se stessi

 

Mt 22,1-14

 

 

In quel tempo, 1 Gesù riprese a parlare con parabole ai capi dei sacerdoti e ai farisei, e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: «Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!». 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: «La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze». 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. 12Gli disse: «Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?». Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: «Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti». 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».



Fare festa insieme perché ancora una volta l’amore unisce, da  forma e senso alla vita, la rende feconda. Il regno dei cieli è questo. Una condizione di relazioni nuove, a partire da quella con Dio. Proprio Lui si presenta come il Dio dell’amore, che ama, che propone l’amore come legge per la vita. 

Qualcuno, questo regno, lo rifiuta per motivi materiali. "Amore? Ho altro da fare, devo badare ai miei campi, ai miei affari, quelli si determinano la vita”. Ragionamento triste, ma così radicato in qualche cuore, che non si cura più di questo amore, di questo invito. Qualcuno lo rifiuta persino con violenza, come se questo amore fosse un pericolo un’insidia. 

Allora l’invito si allarga, si estende. Tutti quelli che vogliono festeggiare le nozze sono invitati. Tutti quelli che sono affascinati da questo regno, che sentono accendersi una scintilla nel cuore per questo amore, tutti siano chiamati alla festa. Si inviti la gente ai crocicchi delle strade, la dove si cammina, si investe la vita, si fanno scelte. Là risuoni l’invito: “Venite alla festa, venite a condividere il miracolo dell’amore che regna.”. Qualcuno si lascia coinvolgere, e poi altri, e altri ancora. La sala si riempie. 

Come in ogni festa nuziale, all’ingresso si distribuiscono abiti adeguati. Li si prestano, perché nessuno ne sia sprovvisto. Il re però vede un commensale senza l’abito di nozze. Lo tratta da amico, gli chiede spiegazioni, probabilmente con la disponibilità a riparare, se quella mancanza dipendesse dal fatto che, ad esempio, sono finiti i vestiti. Quell’uomo però ammutolisce colpevole. Sa bene che quella situazione è solo il frutto della sua trascuratezza. 

Come si può andare ad una festa, ma senza il desiderio di condividerne la gioia? Come si può approfittare di un banchetto infischiandosi del motivo per cui viene offerto? Come si può immaginare di sedere alla tavola del regno, ma di non preparare il cuore a quell’amore, a quella bellezza, a quel grande dono? 

Quante volte ci capita di partecipare al banchetto del regno senza indossare l’abito nuziale? Quante volte viviamo i sacramenti, ascoltiamo la Parola, ma senza aver allargato il cuore con la forza del desiderio, perché accolga l’Amore? Vivere in modo stanco e trascurato l’incontro con il Signore, la partecipazione al suo regno, è davvero triste, e rischia di trascinarci un giorno nell’invidia di chi stride i denti per l’occasione perduta. Lo Spirito ci aiuti invece a cogliere questo grande invito, a desiderarlo, a preparare il cuore ad accoglierlo, perché dell’Amore che da sostanza al regno, sia piena tutta la nostra vita.

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