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domenica 8 novembre 2020

A immagine di chi?

 Realtà limpida, occhi torbidi.

 

Mt 22,15-21

 

 

In quel tempo, 15 i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo Gesù nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di' a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».



La realtà è semplice. Sulla moneta c’è l’effigie di Cesare, se l’hai tra le mani, vuoi dire che, in modo più o meno pacifico, accetti quello strumento e lo usi, quindi in qualche modo devi riferirlo a chi lo ha prodotto: Cesare appunto. 

Tramite questa questione pratica però, gli avversari di Gesù vorrebbero trarlo in inganno. Se afferma il dovere di pagare le tasse, si metterà contro la gente, e contro i farisei, che odiano l’idea di doversi sottomettere economicamente al popolo di Roma, l’invasore che ha privato il popolo eletto della sua libertà. Se Gesù dovesse contestare il pagamento delle tasse si metterebbe contro gli erodiani, verrebbe classificato come un rivoluzionario pericoloso, si schiererebbe, tra l’altro, dalla parte dei farisei. 

Lo sguardo degli avversari di Gesù non è limpido. Sono preoccupati di ordire tutte queste trame non di conoscere la risposta alla domanda. Non si importano della sostanza, ma del funzionamento della loro trappola. 

Il Maestro li riporta ai fatti. La realtà è semplice, la moneta è di Cesare, e a lui si debbono riferire gli “effetti” che questa moneta produce. Gesù ci tiene però a sottolineare un fatto ben più importante. Se la moneta si può ricondurre a Cesare grazie all’immagine che riporta, ben più importante è ricordare che l’uomo è immagine di Dio, e quindi tutta la sua vita è da ricondurre a lui. 

Ma gli avversari di Gesù si sono ricordati di questo? Oppure se ne sono completamente scordati, preoccupati come sono di mascherarsi (ipocriti), affannati come sono a difendere le proprie ragioni invece che interrogarsi sulla realtà. Il loro cuore è spinto dal male, e di questo davvero dovrebbero essere preoccupati, molto più che delle tasse.

Ciascuno di noi è immagine di Dio, ma quante volte non riconosciamo la nostra origine perché siamo offuscati dal male, preoccupati di sostenere le nostre maschere, di controllare la realtà perché si volga a nostro favore? E intanto, perdiamo contatto con l’unica vera nostra certezza: l’Amore del padre che ci custodisce!

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